Sul versante opposto e sul fondovalle (Monticolo di Boario) affiorano invece le arenarie ed i conglomerati appartenenti alla Formazione del Verrucano Lombardo (periodo Permiano superiore) ed i gessi del periodo Triassico inferiore (Formazione della Carniola di Bovegno).
Il paesaggio è dominato dai potenti affioramenti dei calcari di piattaforma del periodo Triassico medio-superiore (Calcare di Angolo, Calcare di Esino, Formazione di Breno, ecc.) affioranti a quote superiori. La serie calcarea triassica è ben evidente sul versante destro della bassa Valle Camonica (zona Monastero dell’Annunciata).
Ad Est di Breno, in alto sul versante, gli strati permo-triassici sono intrusi dalle plutoniti del massiccio dell’Adamello, in prevalenza tonaliti e granodioriti, con presenza nelle rocce incassanti di un’aureola metamorfica di contatto.
Il basamento cristallino sudalpino, affiora in maniera estesa lungo l’asse vallivo camuno a partire dall’abitato di Cedegolo mentre lungo il versante sinistro si riscontrano nel settore sud, tra Pisogne e Piancamuno: il basamento risulta coinvolto in due ampie strutture anticlinaliche (pieghe a forma di arco).
La prima di queste strutture affiora immediatamente a Nord del Sebino in sinistra orografica; qui affiorano rocce metamorfiche del gruppo dei Micascisti del Maniva, costituite prevalentemente da micascisti muscovitici e paragneiss biotitici talvolta granatiferi.
A nord dell’anticlinale di Cedegolo, sul versante orientale iniziano ad affiorare le formazioni terrigene ed in parte carbonatiche del Permiano superiore – Triassico inferiore, cioè il già citato Verrucano Lombardo ed il Servino.
In quest’ultimo troviamo le mineralizzazioni di gran lunga più importanti, cioè banchi di siderite formatasi per metasomatismo dei livelli carbonatici.
Nell’area di Cedegolo – Edolo affiorano micascisti muscovitici talvolta granatiferi, anche se nei dintorni di Cedegolo diventano dominanti anfiboliti e gneiss tutti riferibili alla Formazione degli Scisti di Edolo.
La copertura permo-triassica dell’anticlinale viene troncata da due linee tettoniche subparallele, con orientazione circa SW-NE, che ripetono la serie (Linea del Sellero e Linea della Gallinera, con presenza del Servino mineralizzato), la cui continuità si perde verso E entro le rocce intrusive del plutone dell’Adamello, sempre affioranti sul versante orientale.
A Nord di queste due linee affiora estesamente il basamento sudalpino; questo comprende in prevalenza micascisti e micascisti filladici (Scisti di Edolo), subordinatamente gneiss occhiadini (Gneiss del Monte Palone del Sopressà) affioranti sul versante destro sopra Malonno e lenti di quarziti (Membro delle Quarziti del Dosso Pasò degli Scisti di Edolo), affioranti sul versante meridionale della Valle di Corteno.
Dopo pochi Km a Nord di Edolo si oltrepassa la Linea del Tonale; la forte riorientazione delle strutture parallelamente al lineamento principale ha condizionato anche l’andamento della valle, che piega bruscamente assumendo in questa zona un andamento Ovest-Est parallelo alla struttura regionale.
Il basamento metamorfico austroalpino affiorante a N della Linea è costituito da gneiss scuri biotitici, con intercalazioni di marmi (Vezza d’Oglio, Val Canè) e anfiboliti gneissiche appartenenti alla Formazione degli Gneiss del Monte Tonale, Micascisti della Cima Rovaia e Formazione della Punta di Pietra Rossa.
Con orientazione complessiva Sud/Ovest-Nord/Est, la Valle Camonica offre uno spaccato completo attraverso il Sudalpino Lombardo fino al suo limite settentrionale, rappresentato appunto dalla Linea Insubrica, che in questo tratto prende il nome di Linea del Tonale.
L’asse vallivo ha subito un forte modellamento glaciale, testimoniato anche, al suo sbocco sulla pianura, da un importante ed articolato apparato morenico.
Le varie fasi glaciali hanno determinato l’ampiezza della valle e la tipica morfologia dei versanti; una potente coltre detritica di origine alluvionale occupa l’attuale fondovalle.
Siti minerari.
Storicamente l’attività mineraria è stata fondamentale per lo sviluppo della Valle Camonica, che con la Val Trompia costituiva l’area mineraria più attiva della Lombardia, fino al XX secolo.
Nel passato era possibile estrarre principalmente:
•Ferro (con accessorie Barite, Fluorite e Solfuri): presso Corteno, Malonno, Sonico, Capo di Ponte, Cerveno, Paisco Loveno e Pisogne.
•Allume: sui monti di Ceto, Cerveno, Ono S. Pietro e Cevo.
•Rame: sui monti tra Cimbergo e Paspardo, Sellero.
•Zolfo: sui monti di Sellero.
•Marmo: sui monti di Vezza d’Oglio.
•Calcare: sui monti Concarena e Pizzo Badile Camuno (calchere).
Prescindendo dai materiali da costruzione, la più importante materia prima minerale della Valle Camonica è stata la siderite, diffusa lungo la Valle e connessa al quadro geologico tettonico precedentemente descritto.
Minerali ad utilizzo industriale quali la barite, la fluorite, il gesso, la dolomite e pochi altri, hanno assunto interesse rilevante nel secolo scorso.
Marginale appare l’importanza di altri minerali industriali e dei solfuri di rame, zinco, piombo, argento e bismuto.